Un’altra perla abbandonata dell’Omodeo: una postazione di difesa della diga

Pensavamo di aver visto ormai tutto nei dintorni del lago Omodeo, e invece no. Troppa storia, e troppo lunga, per non aver lasciato decine di tracce abbandonate e spesso nascoste. 

La diga di Santa Chiara, inaugurata nel 1924, fu realizzata per regolamentare le piene del fiume Tirso, produrre energia elettrica e irrigare la pianura del campidano. Attualmente la diga di Santa Chiara è parzialmente sommersa a causa della costruzione di una nuovo invaso a valle che ha innalzato il livello del lago.

Durante il secondo conflitto mondiale le Autorità militari italiane predisposero la difesa della diga da possibili attacchi aerei alleati in quanto la sua distruzione avrebbe significato l’interruzione della energia elettrica e danni a tutto il Campidano di Oristano. In quest’ultimo centro venne installata sulla centrale torre di Mariano IV una sirena di allarme.

Nei dintorni furono predisposti dei punti di difesa e apparati nebbiogeni in grado di creare una cortina nebbiosa a difesa della diga. Il 2 febbraio 1941 la diga fu attaccata, senza ricevere danni significativi, da aerosiluranti inglesi. Alcuni siluri furono intercettati da una rete posta a difesa della sbarramento. Nel maggio del 1943 numerosi attacchi aerei interessarono la zona senza che la diga venisse colpita. Venne colpito solo il ponte stradale causando l’interruzione della circolazione che venne ripristinata il mese successivo.

Nel giugno del 1943 la difesa contraerea della diga fu affidata alla 17° Milizia Contraerea (DICAT). Il Comando DICAT fu situato nella zona di Santa Chiara del Tirso. Erano presenti otto edifici per casermaggi e servizi, idonei a ospitare ottanta uomini. Vi erano inoltre un serbatoio idrico e una torre di osservazione.

La torre era costruita in mattoni di laterizio e si accedeva alla sua sommità per mezzo di una scala elicoidale in legno. Questa torri erano dei punti di osservazione che consentivano una buona visione del territorio da controllare.

Gli edifici oggi sono semi diroccati mentre la torre è ancora in buono stato di conservazione.

Sulla parete laterale di uno degli edifici è visibile la scritta “Comando Dicat Tirso”. Ma a emozionarci è stata l’incisione sul muro della raffigurazione di una capra, animale simbolo di Sard. Abb. 

Intorno a questo nucleo di comando, sparse nel vicino territorio, vi erano delle batterie, anch’esse con casermaggi e servizi, e dotate di piazzole con mitragliatrici.

Dove si trova: sulla strada per andare a Santa Chiara del Tirso, sulla sinistra. Google Maps.