Altissimo, barbaricinissimo, abbandonatissimo: a Fonni l’abbandono più alto dell’isola.

Costruito dall’imprenditore fonnese Carletto Cualbu sul finire degli anni ‘60 e inaugurato nel 1972-73, impreziosito dalle opere di Liliana Cano, questo resort montano ben celato dai boschi per decenni ha allargato gli orizzonti isolani. Sciorinando numeri come 1300 metri di quota, 400 coperti, 160 posti letto, 58 camere e 11 cottage, che nei racconti popolari si ingrandiscono a dismisura. A questi si aggiunge la piscina con trampolino e un numero imprecisato di forni e camini per arrostite.

Sporting Club Monte Spada visto dall’alto, Google 2017

Lo Sporting Club Monte Spada si è già dimostrato capace di sconfiggere l’abbandono. Chiuso verso il 1986 negli anni di un presunto buio malavitoso, fu acquisito dal Comune grazie agli infiniti fondi della Regione e riaperto verso il 1993 da una tipica cooperativa giovanile locale. In seguito contenziosi e conflitti di gestione portarono all’odierno abbandono da fine 2002.

Da allora, a pochi passi dall’omonimo rifugio, è ormai una tappa obbligata per generazioni di sciatori curiosi e urbex sardi, mentre ladri, vandali, neve, pioggia e gelo si dedicano come da tradizione alla sua graduale demolizione.

Dove si trova: lungo la Strada Provinciale 7 tra Fonni (NU) e Desulo (NU). Google Maps