Un tesoro nascosto nelle campagne di Ozieri, un’antica e misteriosa dimora di campagna

Villa Pietri, Ozieri
Villa Pietri, Ozieri

La villa Pietri è stata costruita verso la metà degli anni ’20 dalla famiglia Pietri, una casata nobiliare ozierese, alcuni dei cui membri erano medici, politici e avvocati. La direzione dei lavori fu coordinata dall’ingegner Garau-Perpignano.

Un ceppo commemorativo – situato sul perimetro ovest della tenuta, sul piazzale antistante la chiesetta campestre di Santo Stefano, anch’essa abbandonata e in attesa di un piano di recupero – ricorda un componente della famiglia, l’avvocato Stefano Pietri Carossini, realizzato nel 1934, nel decennale della sua scomparsa.

Una delle tante leggende che riguardano villa Pietri è quella che la identifica erroneamente come sede amministrativa della miniera di Su Elzu (o Suelzu), distante poche centinaia di metri. In realtà l’edificio è stato utilizzato solo per funzioni abitative, quindi abbandonato a un lento oblio fino ad arrivare ai giorni nostri, nascosto parzialmente dalla vegetazione.

Abbandonata da oltre 50 anni, la villa Pietri mantiene intatto il suo innegabile fascino di stampo ottocentesco. Situata a poche decine di metri dalla strada Ozieri-Pattada, di fronte alla vecchia stazione ferroviaria di Vigne (sulla tratta dismessa di Chilivani-Tirso), vi si accedeva attraverso un caratteristico cancello che si affaccia direttamente sulla carreggiata, opera dell'”artista del ferro” ozierese Giacomo Antonino.

Praticamente invisibile dalle auto, è circondata da un’ampia tenuta in mezzo alla quale emergono alcuni particolari che ci riportano idealmente all’antico splendore, tra cui una vasca ornamentale quasi ai piedi della casa e una piccola fonte-abbeveratoio a pochi metri di distanza.

La struttura è quella di una lussuosa villa a due piani, di stile neoclassico, che la fa vagamente somigliare a un tempio greco. La facciata presenta infatti un portico colonnato ornato da fregi e decorazioni e sopra di esso vi è un piccolo terrazzo. L’interno è parzialmente murato e alcune stanze sono inagibili a causa del crollo del soffitto in legno, che tuttavia è ancora presente in una delle stanze e nel corridoio superiore che conduce al terrazzo. Ben pochi oggetti si sono conservati: una vecchia cucina, diverse bottiglie ancora sistemate in una cantina, una sedia e una cassa di vini della Cantina sociale del Mandrolisai.

La “leggenda” della miniera di Su Elzu non è l’unica che aleggia su villa Pietri: a Ozieri si raccontano misteriosi aneddoti, storie di fantasmi non meglio precisati, di raduni promiscui finiti con ingloriose fughe a gambe levate in preda al terrore. Dal nostro punto di vista, l’unica presenza che abbiamo avvertito è quella, fastidiosa e infestante, dei rovi che hanno invaso stanze e corridoi una volta sfarzosi.

Ma ciò non toglie che l’inquietudine che trasmette sia ugualmente opprimente: non spettri o entità, quanto piuttosto la ben più concreta certezza del tempo che scorre, dell’impietosa decadenza, del fatto che tutto, anche il palazzo più lussuoso, è destinato a crollare.

Dove si trova: lungo la Strada Statale 128 bis Centrale Sarda da Ozieri in direzione di Pattada per circa 2 Km, in uno spiazzo sulla sinistra antistante la chiesa di Santo Stefano. Google Maps

Com’era

(foto tratte da  “Saluti da Ozieri” di Gianfranco Saturno, Il Torchietto Editore, 1993)

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