Un tridente di cemento oggi simbolo di decadenza industriale
La cementeria di Scala di Giocca è senza dubbio il più imponente monumento di archeologia industriale della Sardegna. Chiunque percorra la SS 131 nel primo tratto che da Sassari porta a Cagliari resta colpito dalle tre grandi ciminiere che si stagliano nella valle di Scala di Giocca.
Lo stabilimento copre un’area totale di circa 80.000 mq. Costruito nel 1956 e inaugurato nel 1957, aveva lo scopo di soddisfare le richieste di cemento del nord Sardegna e rilanciare un’area economicamente depressa come quella di Sassari. Quasi mille operai lavoravano in questo cementificio negli anni ’60 e ’70, alcuni dei quali ospitati con le famiglie nelle vicine case di servizio.
Oltre alle tre caratteristiche ciminiere, appaiono notevoli anche gli altrettanti grossi forni rotativi di forma tubolare. Il cemento prodotto veniva direttamente caricato su carrelli e fatto partire dalla vicina ferrovia. Dagli anni ’80 in poi lo stabilimento è entrato in una lenta e progressiva fase di crisi e oggi è definitivamente chiuso, anche se alcuni dipendenti sono tuttora in cassa integrazione.
L’area è di proprietà della Italcementi e ovviamente ogni accesso è vietato, ma negli ultimi anni si stanno valutando diversi progetti di riqualificazione del sito.
Un luogo storicamente importante, esteticamente impressionante, a tratti perfino inquietante, particolarmente suggestivo al tramonto, quando le tre alte ciminiere si colorano di rosso per poi piombare nell’oscurità. Un tramonto forse simbolico, quello dell’industria sarda.
Dove si trova: al chilometro 204 della Strada Statale 131 Carlo Felice, all’uscita per Sassari-Serra Secca, Sassari-Scala di Giocca, Tissi, Ossi. Google Maps