Chiesa di san Nicolò di Mira, San Vero Congius

Nel 1950 il commediografo oristanese Antonio Garau (1907- 1988) scrive la sua prima opera, “Basciura”, in cui narra la storia di un piccolo paese immaginario, situato nelle vicinanze del fiume Tirso, che viene regolarmente colpito dalle inondazioni ma che i suoi abitanti non vogliono abbandonare.

Il consiglio comunale si riunisce per decidere lo spostamento del paese in un posto più sicuro. Intanto le acque inondano il paese e non risparmiano neanche la chiesa dove, nella torre campanaria, hanno trovato rifugio gli amministratori. Vengono salvati e, a quel punto, decidono finalmente il trasferimento del paese. Quel paese immaginario è nella realtà San Vero Congius.

Una delle tante esondazioni del fiume Tirso nel 1918 distrusse completamente il paese che, in epoca fascista, che venne ricostruito dai superstiti più a sud nel salto di Sant’Elena lungo la strada tra Simaxis e Ollastra.

Le vicende di San Vero Congius ispirarono appunto Garau nella creazione della commedia Basciura (zona bassa). Del vecchio villaggio abbandonato restano i ruderi della ex parrocchiale di San Nicolò di Mira e la vecchia chiesa bizantina a pianta cruciforme di San Teodoro (VI secolo), oggetto di restauro.

La chiesa di San Nicolò è oggi invasa dalla vegetazione e il vecchio campanile poggiante su un arco ogivale è crollato. Wikimapia.