NOTA: LA CHIESA È STATA RESTAURATA.

Il borgo di Sennariolo compare su alcuni documenti risalenti all’epoca medievale dove viene riferito che fece parte prima del Giudicato di Torres e poi di quello di Arborea. Passato sotto il dominio di numerose famiglie spagnole in seguito alla conquista aragonese della Sardegna, a partire dal 1720 seguì le sorti del resto dell’isola sotto il governo dei Savoia. Oggi ha 183 abitanti ed è uno dei comuni più piccoli della Sardegna.

A breve distanza dal paese, percorrendo una stradina di ripidi saliscendi, si raggiunge la chiesa campestre di San Quirico o di Santu Chirigheddu posta al confine tra il territorio di Cuglieri e Sennariolo. Sembra che in passato la chiesetta sia stata oggetto di vivaci contese tra i due comuni. In effetti, come si può vedere dall’immagine tratta da Wikimapia, la chiesetta è spaccata esattamente a metà dal confine tra i due comuni:

La chiesa potrebbe essere di origine bizantina nel primo impianto, poi modificata nei secoli. Probabilmente di originale resta l’abside con un curioso oculo, una piccola apertura di forma circolare, formato da due conci, uno superiore e uno inferiore.  Sembra che fino alla prima metà del 1900 fosse sede di solenni festeggiamenti in onore del santo e che venisse posta una piccola statua di Chirigheddu nella nicchia dell’abside.

Restano in piedi le mura, alcune basi degli archi e parzialmente l’abside. La vegetazione ha avvolto il vecchio edificio. Piante di asparago selvatico, cespugli di artemisia e grossi arbusti di lentisco e alaterno, in cui alcuni piccoli uccelli come l’occhiocotto trovano rifugio, hanno creato un folto groviglio nascondendo una parte della costruzione alla vista. Accanto ai resti della chiesetta un vecchio deposito d’acqua con un insegna marmorea rappresentante i simboli del fascismo. Google Maps.

San Quirico è uno dei più giovani martiri della cristianità. Durante la persecuzione di Diocleziano in terra d’Asia, si trovava Giuditta, donna ricchissima e di alto lignaggio, la quale era rimasta vedova con un figlio in tenera età di nome Quirico. Lasciata la sua città e i suoi averi, per sfuggire alla feroce persecuzione, si recò a Tarso, nella Cilicia, dove fu raggiunta e fatta arrestare con il suo bambino dal crudele governatore romano Alessandro, con l’accusa di essere cristiana. Sottoposta a lunghi interrogatori al fine di farla abiurare confesso con fermezza: “Io sono cristiana”. Il bambino, vedendo colpire sua madre e professarsi cristiana fece altrettanto e fu ucciso. In Occidente il culto si diffuse nel Medioevo soprattutto in Italia.