Anche il cuore della Sardegna ha il suo albergo ESIT

Negli anni ’50, epoca di prove generali del turismo allora noto ancora come villeggiatura, ignoti emissari dell’Ente Sardo Industrie Turistiche esplorarono le fitte foreste del Mandrolisai decidendo di costruirvi un hotel dalle bizzarre e insolite fattezze, almeno per il contesto: qualcosa di più simile a una grossa baita tirolese che a una pinnetta, forse per far sentire a casa loro i primi e finalmente pacifici visitatori tedeschi, come recita questo frammento di guida del 1958:

“17 letti, 19 bagni, aperto da aprile fino al 20 settembre.

Tra estesi boschi di castagni e noci si trovano le casupole dei contadini sardi, circondate da campi in cui la vita rurale è ancora governata dalle tradizioni dei vecchi padri. Tutti i prodotti agricoli, latte, burro, uova e pollame sono a buon mercato, e vengono presentati nella loro miglior qualità nel ristorante dell’albergo. Il popolo accogliente e leale della Barbagia considera ancora l’ospite come un amico stimato, riempiendolo di cortesi attenzioni”.

Ribattezzato come “Il Noccioletto”, l’hotel, noto anche col nome di “Sa villa” (quasi con un pizzico di reverenza) tra gli abitanti locali, conobbe il suo periodo d’oro guadagnandosi una fama di tutto rispetto tra gli alberghi sardi.

Decenni dopo, nei primi anni 2000, quel vecchio turismo genericamente elitario venne soppiantato da quello di massa: l’hotel chiuse i battenti e, dopo anni sospesi in un limbo, ricoprì il ruolo di stazione estiva per mezzi antincendio fino al nuovo e attuale abbandono.

Mentre lentamente, una dopo l’altra, tegole e persiane si staccano e cadono come castagne e foglie morte, questa strana baita barbaricina continua a vegliare dall’alto su Cortes apertas, enogastronomia e bed & breakfast diffusi.

Dove si trova: nella periferia di Tonara, in via Monsignor Tore. Google Maps

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