Una grande zona di morte dimenticata e abbandonata, ricordo di una guerra mai troppo lontana

Telti, paese immerso nella campagna gallurese, al centro di un territorio impervio e sonnolento, a dispetto dell’apparenza decenni fa nascondeva inquietanti movimenti militari. Poco prima della Seconda Guerra Mondiale la zona venne scelta come sede di una rete di polveriere sparse per la Gallura, di cui la principale era quella situata a sud dell’abitato; altre strutture satelliti sono visibili ancora oggi nei pressi della stazione ferroviaria e del bivio per Monti.

Imponente nella sua estensione (per il Comune sono 34 ettari, quasi quanto l’intera Telti), la polveriera consta di una trentina di edifici diroccati e abbandonati, solo di recente riacquisiti dalla Regione. Proprio le rigide restrizioni militari degli anni passati hanno fatto sì che questa base che nascondeva tonnellate di strumenti di morte sia diventata un vero e proprio polmone verde, con una rigogliosa vegetazione che regna anarchica e incontrastata sul reticolo di strade battute, oggi non sempre ben riconoscibili.

Percorrendole scorre una serie infinita di capannoni e depositi di munizioni, la cui asettica uniformità è stata sovvertita dai crolli che hanno modificato ogni singolo edificio nei modi più bizzarri e disparati. Voragini nei tetti, collassi strutturali, macerie, ruggine e soprattutto gabbie di Faraday contorte e deformate, che assumono l’aspetto di surreali e grottesche luminarie in pietra.

Per fortuna la guerra è solo un lontano ricordo, e il tempo è rimasto l’unico nemico a cui questi inquietanti fantasmi del passato devono far fronte.

Dove si trova: lungo la Strada Provinciale 147 a Telti (SS). Google Maps.