Una villa e un’azienda abbandonate da oltre 35 anni, resti della storia di una famiglia di imprenditori
Il Coghinas si conferma l’alfa e omega dell’abbandono sardo: acque poco frequentate, che dalle sorgenti alla foce segnano le memorie di un pionieristico passato ingiustamente dimenticato.
Siamo nel centro di Valledoria, nella frazione capoluogo di Codaruina. Poco lontano dall’estuario si nascondono qui in Anglona i resti delle fabbriche che per un secolo hanno portato fortuna e celebrità alla famiglia Stangoni. Furono una casata di brillanti imprenditori di origini corse provenienti da Aggius, che nel 1880 si stabilirono nella bassa valle del Coghinas dopo avervi individuato un possibile terreno di sviluppo, dove il suocero anni prima aveva costruito una cascina alle porte del paese.
Il giovane capo-famiglia, Pier Felice, professore di Diritto e Legislazione rurale, riuscì coraggiosamente a intravedere delle potenzialità di sviluppo in questa zona da sempre paludosa, malarica e soggetta a frequenti alluvioni. Acquistò quindi numerosi ettari di terreno agricolo e vi ampliò la cascina già presente.
La sua parabola si concluse tragicamente il giorno di Ferragosto del 1904: mentre tornava dalla spiaggia fu ucciso davanti ai suoi due figli Arnaldo e Alberto Mario, forse per rivalità da altri possidenti.
Ma gli orfani dell’imprenditore non si persero d’animo: dopo aver trascorso l’infanzia in un collegio fiorentino e conosciuto le atrocità del primo conflitto mondiale, tornarono a Valledoria nel 1920. Qui ripresero in mano l’attività paterna potenziando le mansioni agricole e avviando estesi lavori di bonifica.
Il paese crebbe spinto dalle opportunità di lavoro per la popolazione dei dintorni, passando in pochi decenni dalla ventina di abitanti iniziali ad alcune centinaia. Grazie ai finanziamenti di un’industria toscana del tabacco ora in stretta alleanza, e al coinvolgimento di un architetto belga, vicino alla cascina vennero erette una sontuosa villa liberty e la chiesetta di san Giuseppe, facente parte del terreno padronale.
Giunse il secondo dopoguerra, periodo di massima attività dei fratelli Stangoni, che ormai controllavano un piccolo impero economico fondato sulla manifattura del tabacco e soprattutto sulla produzione industriale di carciofi, pomodori e grano, di cui erano i principali coltivatori dell’Anglona. In particolare, nel 1946 venne costruita all’altro capo del paese la “fabbrica Stangoni”, concepita per l’inscatolamento di pomodori pelati. Quattro anni più tardi nacque il Consorzio di Bonifica della Bassa Valle del Coghinas, il cui cuore era proprio la “Azienda agricola F.lli Stangoni – Codaruina”, che ormai commerciava in tutta l’isola e riceveva continue visite di consulenti della penisola, fortemente interessati al dinamico aspetto gestionale.
Contro le aspettative, il seguente boom economico e l’allargarsi del mercato colpirono mortalmente la piccola realtà territoriale e il sogno degli Stangoni, la cui attività produttiva si spense gradualmente. Già negli anni ’60 l’azienda Stangoni chiuse i battenti e venne abbandonata, e nel 1980 la bellissima villa subì la stessa sorte, pochi anni dopo la morte dei fratelli. Alcuni volantini disseminati al suo interno lasciano intendere che, nell’ultimo periodo, l’edificio fu utilizzato a fini turistici come albergo e agriturismo, con tanto di scuola di equitazione e di volo con deltaplani, l’ultimo improbabile colpo di coda prima dell’oblio.
Oggi la villa Stangoni riesce a trasmettere ancora il suo fascino, imponente, inquietante e vagamente spettrale. Ma allo stesso tempo è una bizzarra commistione di stili, con esterni liberty in un cortile da scuderia, alcune stanze con aspetti caratteristici di inizio secolo e altre con motivi e struttura tipicamente anni ‘70.
Davanti a lei solo infinite distese di pungenti carciofi, il nuovo oro verde del Coghinas.
Dove si trova: lungo la Strada Provinciale 33 a Valledoria (SS). Google Maps.