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Ex orfanotrofio, ma nell’Ottocento era una delle più belle ville della Sardegna

Villa Eleonora, Oristano
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Per la maggior parte degli oristanesi Vandalino Casu è solo il nome di una via. Di lui, a parte i dati anagrafici (nato nel 1821, morto nel 1894), si sa poco ed è ricordato principalmente per un motivo: per aver lasciato i suoi terreni e la sua casa perché venissero utilizzati per un istituto di mendicità, là dove oggi è in attività la Casa di riposo “Eleonora d’Arborea”.

Ma a pochi passi dall’istituto svetta un grosso edificio diroccato alto tre piani e sconosciuto ai più in quanto praticamente invisibile. Si intravede dal treno, nascosto tra la vegetazione, mentre si entra nella stazione di Oristano. Si tratta di Villa Eleonora, la dimora di Vandalino Casu, oggi dimenticata così come il suo proprietario. Ne è rimasta memoria tra alcuni anziani di Oristano, che ricordano di averla visitata da bambini quando era abbandonata (e – secondo i racconti popolari – infestata da fantasmi) e da chi in questo edificio venne accolto durante l’infanzia quando Villa Eleonora diventò un orfanotrofio.

È costituita da un piano terra, da un primo piano e da una terrazza dove successivamente è stato aggiunto un ulteriore piano. Edificata probabilmente a metà ‘800 sulla base di un preesistente edificio settecentesco che Casu trasformò in un vero e proprio palazzo, questa villa immersa nella campagna di Oristano e circondata da orti, vigneti, frutteti e uliveti, era così bella da essere citata dai viaggiatori del tempo. Ispirava perfino sonetti e nel 1876 venne premiata al “concorso dei poderi sardi”. Vicino ai binari (esistenti già all’epoca, ma di treni ne passavano ben pochi) si può vedere ancora oggi ciò che resta di quello che doveva essere il portale d’ingresso.

Villa Eleonora, interno
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Da lì partiva un viale alberato che, secondo le descrizioni dell’epoca, era costeggiato da statue di terracotta realizzate dallo stesso Vandalino, fra le quali si ricordano quelle di due carabinieri e quella di Garibaldi.

Le statue sono scomparse: ne è sopravvissuta solo una, potremmo dire la più importante, ovvero quella di Eleonora (datata 1881), oggi situata nel giardino della Casa di riposo.

AGGIORNAMENTO: abbiamo trovato due delle statue.

All’interno della villa c’è un po’ di tutto e coesistono mobili di varie epoche: quelli dell’orfanotrofio, aperto dal 1939, ma anche quelli di vari occupanti abusivi che ne hanno fatto la loro dimora dagli anni ’70 fino agli anni più recenti. Si possono vedere i piccoli letti dei bambini, delle belle sedie, ma anche vari frigoriferi, televisori e paccottiglia varia. L’ultimo piano, come spesso capita negli edifici abbandonati, è il regno dei volatili.

Ma nonostante il degrado e l’incuria per mancanza di interesse da parte di istituzioni o enti privati, la villa conserva ancora oggi un certo fascino e in alcuni angoli lo splendore di un tempo. Meravigliose le scale di legno, risalenti alla costruzione ottocentesca, il pavimento dell’ingresso e alcune vetrate colorate in quella che un tempo era la cappella.

È un vero peccato che Villa Eleonora sia stata dimenticata così dalla sua città. Potrebbe essere uno dei monumenti di Oristano ed essere utilizzata per gli scopi più vari, come sottolineato più volte dal prof. Vincenzo Falqui Cao (presidente della Casa di riposo), che ringraziamo per la preziosa collaborazione.

Un luogo abbandonato e dimenticato ma che oggi andrebbe riscoperto e salvato, quantomeno con interventi conservativi che evitino l’ulteriore deterioramento della struttura.

Vedi anche: Ricordi di Villa Eleonora – Una testimonianza 

Dove si trova: tra Oristano e Silì, in via Vandalino Casu, nei terreni privati della Casa di riposo “Eleonora d’Arborea”. L’accesso è vietato. Google Maps

Ecco un’immagine con la statua di Eleonora realizzata da Vandalino Casu circondata dai busti di terracotta (grazie a O.Ponti)

(le immagini della gallery sono del 2012)