L’Opera da Tre Salti: il percorso di un fiume tra automazione e abbandono

Tre Salti: un nome pittoresco, il percorso tortuoso di un fiume che dà energia a questa parte di Ogliastra. Una strada naturale che si snoda dalle sponde di un lago per tuffarsi, in direzione tirrenica, dentro un’impervia gola rocciosa. Lungo le sue anse si intervallano tre stazioni: le centrali idroelettriche ENEL, un tempo servite e da altrettanti ed efficienti villaggi per gli operai, oggi specchio di crisi e desolazione.

Sobborghi quasi del tutto abbandonati, affiancati da centrali ancora funzionanti ma quasi completamente automatizzate, quindi pressoché deserte. Quasi nessun essere umano nei paraggi, un ronzio continuo in sottofondo, un sistema autoalimentato che produce e porta energia a sè stesso: un allucinante scenario da rivoluzione meccanica post-umana.

 

Primo Salto

Quel ramo del Lago dell’Alto Flumendosa, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte.

Tra una buca d’asfalto e l’altra, incontriamo il villaggio ENEL del Primo Salto. Un centro piccolo ma una volta autosufficiente, dotato di scuola, spaccio, mezzi agricoli e persino di una vicina colonia per l’infanzia.

Fu costruito nel 1949 in concomitanza con l’ultimazione della vicina diga di Bau Muggeris, la prima grande opera di quel tipo del Dopoguerra. Una volta perfezionata l’automazione della centrale, venne progressivamente abbandonato dai primi anni 2000; il tutto nonostante le foto aeree di fine secolo, fedeli al segreto militare, abbiano preso il cambiamento alla lettera mostrando come il villaggio abbia temporaneamente smesso di esistere tra il 1998 e il 1999.

Le casupole, molte delle quali costruite in schiera, nella tradizione del villaggio operaio, sono quasi tutte diroccate e cadenti; altre ancora in eterna attesa di occupazione, nonostante i fori dei pallettoni tentino pacatamente di dissuadere eventuali impavidi acquirenti. Qualcuna invece è ancora abitata, con tanto di utilitarie funzionanti e carcasse d’auto indistintamente parcheggiate all’ingresso. Qualcuno ci guarda passare dalle finestre, e chiude le persiane.

Scendendo verso il lago bruciato dalla siccità estiva, un vecchio impianto da itticoltura giace sulla riva, inanimato e contorto come la carcassa di un mostro acquatico: decisamente poco adatto per un bacino con frequentissime morie di pesci. Poco distanti, un gruppo di vacche pascolano indifferenti cercando rari fili d’erba.

È tutto chiaro: in quest’angolo di Ogliastra le macchine hanno vinto e gli umani sono condannati a perenne sfondo nascosto e silenzioso.

Ci dirigiamo quindi, con reverenza, a rendere omaggio al Sindaco del Primo Salto: la torre recintata della centrale, ordinata e deserta, circondata da assessori-accumulatori elettrici in costante ronzio.

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Secondo Salto

Abbandonato sì, ma ciò che si trova intorno no. E così l’ancora attiva centrale del Secondo Salto del Flumendosa fa da guardia ai ruderi del suo vecchio villaggio ENEL, poco più di una ventina di edifici, o forse avviene il contrario.

Un semaforo anch’esso abbandonato ricorda a noi temerari scavalcatori di cancelli che l’ingresso è vietato.

Terzo Salto

Non è un vero e proprio villaggio, ma un piccolo agglomerato di case di servizio. Costruito nel 1940 e attivo fino alla metà degli anni ’90, ospitava il personale della centrale ENEL del Terzo Salto del Flumendosa. I due edifici più a est erano due casermette dei Carabinieri, mentre nell’edificio intermedio, un grosso caseggiato di tre piani, alloggiavano gli operai.

Immerso nei boschi e quasi in bilico sulla ripida vallata del rio Sa Teula, il suo silenzio è rotto solo da rarissime macchine di passaggio sulla strada. Un cartello all’ingresso degli edifici militari ci ricorda che HI TOCCA I FIL MUORE, riferendosi forse a una decorazione natalizia assurdamente fuori posto, dimenticata al suo interno. Di fronte all’imponente caseggiato degli operai, una palma in odor di punteruolo è l’unica testimone delle glorie passate.

Lontano e dimenticato da tutto e da tutti, se non da qualche passante della zona, nulla potrà salvare questo minuscolo villaggio dall’eterno abbandono.

 

Dove si trovano:
Primo Salto:
lungo le sponde del Lago dell’Alto Flumendosa. Google Maps
Secondo Salto: presso la Centrale ENEL del Secondo Salto del Flumendosa, sul lago Sa Teula. Area al momento non accessibile. Google Maps
Terzo Salto: più a valle, lungo la strada per il Secondo Salto. Google Maps