Un cantiere infinito di fronte al tramonto.

È una delle storiche incompiute oristanesi, sicuramente una di quelle alle quali siamo più affezionati. Abbiamo spesso riflettuto, nelle notti d’estate, tra il cielo stellato e il frinire delle cicale, sulla differenza tassonomica ma anche ontologica tra abbandono e incompiuta. Una incompiuta che viene abbandonata è un abbandono? Forse.

In questo caso oristanese possiamo parlare, più che di palazzi abbandonati, di un cantiere abbandonato. C’è una gru, come se i lavori fossero perennemente in corso, ci sono addirittura alcuni strumenti da lavoro (ma niente di che, amici ladri, non perdete tempo). Tutto è fermo.

I due edifici incombono sul panorama oristanese, tra il campo Tharros e la cosiddetta cittadella finanziaria, che non è esattamente la city londinese: sarebbe dove c’è l’Inps.

Gli alberi crescono lentamente in quello che doveva essere il parcheggio sotterraneo. Dal tetto invece si ammira una visuale insolita della città: l’ospedale San Martino, il cimitero, la questura, il quartiere di San Nicola, ma anche i palazzi Saia, il centro, ma soprattutto si notano due cose: 1) dove finisce la città, inizia immediatamente la campagna, 2) dall’alto ci si accorge di quanto rumore facciano le macchine – e non è nemmeno una strada così trafficata.

Comunque, possiamo dire da là sopra si vede quasi tutto, e inoltre si può godere di uno dei tramonti più romantici della città.

La costruzione dei due palazzi era stata iniziata da una società immobiliare, poi bancarotta, fallimenti, solite cose, solito copione. Ora pare che siano all’asta… Ma probabilmente i due palazzi resteranno lì forse per sempre, sedotti, incompiuti e abbandonati.

Dove si trova: a Oristano, in via Dorando Petri, tra il campo Tharros e il palazzo dell’Inps. È VIETATO L’ACCESSO, È PERICOLOSO, PER CARITA’ DI DIO NON ANDATECI C’È ANCHE LA QUESTURA VICINA DAI. Google Maps