Stazionamento interrotto

Anglona, pieno inverno. Oltre l’ennesima stanca e lenta curva appare un edifizio senza più alcun uso, alcuna ragion d’essere, alcun interesse se non per urbex e feramatori: la Stazione di Martis sulla ferrovia a scartamento ridotto Sassari-Palau. Pensate quindi che un tempo, in anni che ci raccontano essere stati preda della corruzione o addirittura della dittatura, era possibile sedersi nel Capoluogo e arrivare comodamente al traghetto per La Maddalena in treno!

Inaugurata nel 1931 e chiusa nel 1997, rappresenta oggi un mero abbellimento estetico dai finestrini del Trenino Verde: un plastico ferroviario in scala 1:1 per turisti lenti e anziani macchinisti. Una fine ingloriosa per una stazione che è persino enciclopedica, e ancora attira tanto interesse dai moderni indiani delle strade ferrate.

Una targa ancora splendida irride: il suo abbellimento è stato cofinanziato dall’Europa! A questo serve dunque l’Europa: ad abbellire una sala d’attesa chiusa, delle ritirate senz’acqua, dei magazzini vuoti? Tutt’intorno, i vecchi compagni di giuoco la accompagnano nel suo lento disfarsi: il vigile torrino piezometrico, la cara casa cantoniera, le gentili colonne idrauliche, la severa sagoma limite, gli amati scambi e l’indimenticabile piattaforma girevole.

 

Una testimonianza da Mauro Tedde:

I luoghi della mia infanzia martese. È un po’ la metafora della nostra vita. Io l’ho conosciuta viva, efficiente, utile, con un capostazione titolare, il Signor Solinas, che viveva lì con la sua famiglia , la cortese moglie, sua figlia Celeste, bella e affascinante, suo figlio aspirante ingegnere elettronico (poi lo è diventato) che aveva costruito da solo e con pochi mezzi una radio e che aveva realizzato una rete anti-ladri attorno ai carciofi che crescevano rigogliosi grazie all’acqua del grande serbatoio. Il loro cane ferocissimo, Farouk, un pastore belga che azzannava al volo anche le pietre della ghiaia dei binari. Per noi che abitavamo la vicina cantoniera la stazione era un vero parco dei divertimenti, assistevano al cambio di direzione della locomotiva a vapore come un vero spettacolo e il via vai dei passeggeri era un contatto con il mondo esterno che sapevamo potesse esistere oltre l’orizzonte della vallata creata dal rio Iscanneddu. Era la stazione da cui speravamo potessero partire prima o poi i nostri sogni di bambini e di ragazzi. Sogni che non torneranno mai più.

 

Dove si trova: al chilometro 87+500 della Strada Statale 127 Settentrionale Sarda nel comune di Martis (SS). Google Maps.

 

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