La tenuta di uno storico luminare cagliaritano, nella storica spiaggia dei cagliaritani, è ora un inquietante edificio in uno scenario catastrofico.

Ci sono luoghi che emanano inquietudine senza una spiegazione. Anzi forse è proprio l’assenza di spiegazione a generare se non paura sicuramente angoscia, come sempre quando ci si trova di fronte all’indefinibile e all’oscuro. A Villa Aresu non ci sono i fantasmi, forse perché anche loro preferiscono frequentare edifici più accoglienti. O forse questo è solo un posto come un altro e noi stiamo decisamente esagerando. Ma a Giorgino, in quel braccio di terra tra il mare e la laguna di Santa Gilla, oltre il Porto Canale, in quella che un tempo era la spiaggia dei cagliaritani, ora sembra di stare nell’area di una misteriosa catastrofe. Guardandosi intorno il panorama è desolante e apocalittico: scenari periferici e post-industriali che ricordano i corti e i film di Ciprì e Maresco, o il primo grandissimo Pasolini.

Sulla strada si verificano eventi non facilmente classificabili: un uomo in piedi, apparentemente non occupato in alcuna azione, dà le spalle al mare, per motivi a noi ignoti, mentre un altro a poca distanza legge il giornale seduto dentro una vecchia Panda. Altre figure passano dirette da nessuna parte, o almeno così sembra. E al centro di queste non-azioni, rivolto verso il mare, poco prima del vecchio carcere minorile, si trova questo strano edificio che oggi chiamiamo Villa Aresu. È in parte nascosta dalla vegetazione e molto più grande di quanto appaia dalla strada.

Villa Aresu o Domus Ultima fu la dimora del Luminare cagliaritano Mario Aresu, situata sul lungomare di Giorgino. Percepita oggi come oscura e pericolosa, in realtà ai suoi tempi fu vissuta come un luogo brillante stracolmo di ospiti, che nei giorni di festa affollavano la tenuta e la spiaggia antistante.

Mario Aresu ebbe una prima moglie, l’ungherese Alice Brattanich, che conobbe a Fiume combattendo nella grande guerra. Alice era una donna molto bella, intelligente e colta che parlava correntemente 3 o 4 lingue. Non ebbero mai figli e morì giovane nella villa nel 1952. In vecchiaia Aresu sposò nelle seconde nozze del 1955 la sua segretaria, Maria Depau, di 30 anni più giovane, ma neanche con Lei ebbe figli. Aresu era docente di Clinica Medica all’università di Cagliari e creò la Clinica Aresu, ora diventata un campus umanistico. Per lui come per molti medici la professione era una vera e propria vocazione, vita lavorativa e privata erano spesso un continuum. Lavorò nella clinica che ospitava i pazienti e in cui faceva lezione, fino alla pensione. Dopo fondò Villa Verde in via Merello: una clinica privata come progetto per la pensione, interrotto dalla prematura morte nel 1963.

La casa era un ecosistema autosufficiente, con orto, bestiame, dispense e un bel giardino. Tutta la parte più nuova era adibita a fattoria. Dopo aver costruito la tenuta Aresu, personaggio brillante ma decisamente un po’ eccentrico, diede al Comune il permesso di costruire una discarica nel terreno circostante, convinto che nel tempo questo avrebbe portato a bonificare gli acquitrini intorno. Unendo il meglio dei due mondi, in famiglia venivano organizzate battute di caccia ai sorci con la spada!

Durante la seconda guerra mondiale la casa è stata requisita e okkupata dagli statunitensi, che dipinsero un murales in una delle stanze fronte mare. Murales poi ricoperto una volta che Aresu tornò in possesso della casa, non sappiamo se con motivazioni politiche o personali. Dalla camera da letto si vede un passaggio segreto, una specie di pozzo dietro al quale si trovava l’armadio armeria (per ogni evenienza). Erano i tempi del banditismo e la villa a Giorgino era proprio fuori mano (da cui il nome Domus Ultima).

È circondata da palme, una pianta che a seconda della luce può ispirare gioia o decadenza. Avendo la maggior parte delle finestre murate il piano terra è molto buio, ma al suo interno si trovano pubblicazioni di un secolo fa, proprio a firma del dottor Aresu: atti di convegni medici, alcuni vecchi mobili ormai marci, vecchi flaconi di medicinali, qualche ombrello e molte scarpe da donna. Dettaglio non ci aiuta nella comprensione di questo luogo e anzi non fa che aggiungere feticismo.

La vedova Depau abitò da sola nella villa per poco tempo prima di trasferirsi in città. Una volta disabitata, apparentemente con tutto ancora dentro, la villa fu più volte svaligiata. L’ultima volta per entrare buttarono addirittura giù un nuovo muro della fattoria, dal quale ebbero accesso a tutta la casa. Tutto ciò che i parenti sono riusciti a recuperare è stato rinvenuto nei mercatini di strada.

Vista dall'alto
Vista dall’alto

Questa scomoda eredità è ora frantumata fra tanti Depau e nessun Aresu, con incursioni di enti regionali e demanio marittimo, con lo Stato sempre appostato a tassare le fortune che furono.

Ma se il passato di questa vecchia clinica è per molti oscuro, il presente lo è ancora di più. Travolti da uno tsunami di informazioni accademiche, è evidente che il posto è solo apparentemente abbandonato: a Villa Aresu qualcosa succede, anche se non abbiamo capito cosa. Abbiamo visto coi nostri occhi, insieme a quelli di un altro milione di persone, questa villa diventare una meta urbex di richiamo internazionale. Ma da subito abbiamo avuto l’impressione di non essere soli, una frase che di norma dovrebbe consolare, ma dipende dal contesto in cui ci si trova, e qui a Villa Aresu non essere soli potrebbe non essere una buona notizia. E allora anche un titolo come “Sui rapporti fra proteine e calcio nelle determinazioni col metodo di Kramer e Tisdall” sembra voler dire: lasciate perdere, andate via.

Dove si trova: a Cagliari, in zona Giorgino. Essendo proprietà privata l’accesso è vietato e la visita sconsigliata. Google Maps. TRIPinVIEW.