Costruito negli anni ’30, e presumibilmente abbandonato nei primi anni ’60, questo albergo-mensa per un glorioso trentennio ospitò gli operai fuori sede delle miniere di GennamariIngurtosu.

Si trova su una collina poco sopra l’ex ospedale di Ingurtosu, esattamente di fronte alla Chiesa di Santa Barbara. Ci troviamo a pochi minuti da Villa Idina o Villa Ginestra, la magnifica villa dove risiedevano i coniugi Brassey quando si trovavano in zona.

Sulla strada, proprio davanti all’edificio abbandonato si nota la stele commemorativa dedicata a Lord Thomas Allnutt Brassey, padrone della miniera, a quanto pare realizzata dagli stessi lavoratori che si autofinanziarono per costruirla. Lord Brassey morì il 12 novembre 1919 investito da una vettura a Londra, e la sua scomparsa cambiò i destini di Ingurtosu.

L’albergo è costruito su due piani: al primo si nota la grande sala mensa con la cucina, mentre al secondo stanzoni probabilmente utilizzati come dormitori. In passato, ci dicono i veterani di Ingurtosu, la mensa era utilizzata anche dai bambini dell’asilo.

All’esterno si notano subito i fantasmi del passato emergere dal muro. Sono le tracce dei tentativi, a quanto pare non del tutto riusciti, di cancellare il motto “CREDERE OBBEDIRE COMBATTERE” che svettava enorme sulla parete esterna dell’edificio.

All’entrata troviamo ancora messaggi politici sui muri lungo il corridoio, sebbene di molto successivi. Tra le tante notiamo alcune scritte contro il povero Occhetto, ultimo segretario del Partito Comunista Italiano, e sotto il messaggio “Nuovo PCI al servizio degli americani”, che potremmo datare come dei primissimi anni ’90, dato che è legato alle polemiche con gli USA che non consideravano sufficienti i cambiamenti del partito nei confronti dell’ex URSS e chiedevano che venisse cambiato il nome. Cosa che poi accadrà nel 1991 con lo scioglimento del PCI e la formazione del PDS.

Ma è al piano superiore che le scritte sui muri virano decisamente sull’imprevedibile e il bizzarro, trasformando l’ex albergo mensa in una specie di grande gioco o installazione artistica. Già sulle scale veniamo invitati a seguire un percorso segnalato da un freccia: “Entrata alle TV”.

Una volta di sopra scopriamo che ogni stanza del primo piano corrisponde a un canale televisivo italiano. Si inizia con la prima, corrispondente ovviamente a RAI 1. Seguono tutte le altre emittenti più note, comprese le reti Mediaset alle quali è stato aggiunto “Berlusconi”, e non manca anche Videolina, la più famosa TV sarda. Ignorando le reali intenzioni degli anonimi creatori di questo strano e provocatorio percorso ludico-artistico, non resta che seguirlo e interpretarlo a modo nostro.

Entrando nella stanza corrispondente a Canale 5, ci si trova di fronte a una finestra che incornicia perfettamente il meraviglioso paesaggio boschivo di Ingurtosu. Monti verdissimi, pace e tranquillità, il canto degli uccelli e, chissà, forse qualche cervo nascosto tra gli alberi. Praticamente il contrario di ciò che associamo naturalmente all’immaginario di Canale 5. Che questo contrasto fosse proprio nelle intenzioni degli anonimi autori? Dovremmo sederci e guardare il paesaggio? A un certo punto appariranno starlette e mezzibusti?

Sotto la finestra, cresce un alberello, come una pianta d’appartamento sul pavimento del salotto. In fondo al corridoio c’è invece una porta che dà sul vuoto e anche questa incornicia alla perfezione l’ambiente circostante. Insomma: l’albergo è trasformato in un grande televisore sintonizzato sul paesaggio di Ingurtosu.

Dove si trova: appena fuori Ingurtosu, sulla strada che porta a Pitzinurri, di fronte alla Chiesa di Santa Barbara. Edificio pericolante, eccetera eccetera. Google Maps.

 

               

 


 

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